La scuola “Costanza Vinci” viene fondata nel 1973 su iniziativa dell’ambasciatore Pietro Vinci (1973-75), che viene incontro alle esigenze della comunità italiana a Mosca nell’allora Unione Sovietica, destinando all’insegnamento alcuni locali dell’Ambasciata Italiana di Mosca, Villa Berg.
La scuola è inizialmente frequentata dai figli dei funzionari dell’Ambasciata, dell’Istituto Italiano per il Commercio Estero (ICE), e dei dipendenti di alcuni gruppi industriali e bancari presenti nella capitale moscovita.
Dal 1985 la gestione della scuola, pur restando sotto l’egida dell’Ambasciata passa al “Comitato Italiano di Mosca”, ente senza fini di lucro, avente sede presso la Missione Diplomatica italiana. Di quest’ente fanno parte di diritto i genitori degli alunni, i quali eleggono i propri rappresentanti, e i rappresentanti del mondo imprenditoriale italiano a Mosca, incaricati di sovrintendere all’amministrazione ordinaria e straordinaria e all’organizzazione della scuola.
Dal 1987 la Scuola elementare e la Scuola media, ricevono il riconoscimento legale del titolo da parte del Ministero degli Esteri Italiano. I gruppi classe sono ancora poco numerosi e la scuola ospita circa una ventina di ragazzi. Tuttavia, con il passare degli anni, seppur lentamente cresce il numero degli studenti, anche perché aumentano le richieste di iscrizione da parte di alunni non italiani.
Il cambiamento delle condizioni politiche e sociali nel Paese e all’estero, a partire dalla seconda metà degli anni Novanta attira un’ attenzione sempre maggiore per la scuola: in questo modo, ci si trova a dover affrontare il problema di nuovi spazi e di una nuova collocazione. Nel 1989, in base ad un accordo stipulato con la Direzione per gli Affari del Corpo Diplomatico (UPDK), la scuola riesce ad affittare la sede della Scuola Musicale, presso Ulitsa Lobochevskogo 38 nella zona Sud-Ovest di Mosca. Dopo altri tre anni, anche alla scuola materna viene assegnato un riconoscimento ufficiale da parte del Ministero degli Esteri della Repubblica Italiana. Come scuola italiana all’estero, la “Costanza Vinci” in linea di principio cerca di osservare le leggi sull’istruzione pubblica che vengono varate in Italia. La caratteristica più importante della scuola italiana è quella di cercare di mantenere salda la sua identità, nonostante si trovi in Russia.
Nel 2000 la stessa Direzione per gli Affari del Corpo Diplomatico concede alla scuola locali spaziosi e comodi di un edificio sito in Leninskiy Prospekt, al numero 78/A. In precedenza, vi si trovava una delle scuole più famose e prestigiose di Mosca, la Scuola Americana. Gli altri piani dell’edificio ospitano, in questi anni, la Scuola di Ballo della Direzione per gli Affari del Corpo Diplomatico, la Scuola Giapponese e la Scuola Jugoslava.
Nel 2000 in Italia viene emanata la Legge n. 62 del 10 marzo 2000, sul riconoscimento della parità tra le scuole pubbliche e private e l’amministrazione della “Costanza Vinci”, nel 2003, in seguito all’emanazione della Circolare applicativa N.31 del 18 marzo 2003 avvia il processo di adozione delle nuove norme. Dall’agosto del 2001, sulla base delle nuove direttive di politica estera, il Ministero degli Esteri smette di inviare personale docente del proprio contingente. Nel 2006, per sottolineare i cambiamenti in atto, attraverso una seria operazione di rilancio sia didattico-educativo che gestionale, la scuola cambia il nome in “Italo Calvino”. Nel 2007, dopo un iter burocratico lungo e impervio, viene riconosciuta la parità scolastica, alla scuola materna (oggi dell’Infanzia), alla scuola Elementare (oggi Primaria) e alla scuola Media (oggi Secondaria di primo grado), con Decreto Ministeriale n. 5964 del 19 novembre 2007.
A metà degli anni Novanta c’è un primo tentativo di strutturare un Liceo Scientifico italiano all’estero, con presa d’atto da parte del Ministero, che però la crisi economica del 1998 ha compromesso, determinando anche una consistente riduzione del numero degli iscritti di ogni ordine e grado (anno scolastico 2000-2001: 49 iscritti totali).
Un secondo tentativo di dar vita ad una scuola Secondaria di secondo grado (prima Liceo Scientifico, poi Linguistico, entrambi quadriennali) risale all’anno scolastico 2009-10. Attualmente, la scuola Secondaria di secondo grado ha attivato il liceo Linguistico quadriennale.
LA PARITA’ SCOLASTICA (dal 2016)
La scuola ha ricevuto il riconoscimento dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di scuola paritaria, che equipara la scuola alle scuole statali, a condizione che rispetti le direttive, il funzionamento, gli organismi e il dettato degli ordinamenti indicati dalle norme che regolano gli atti ufficiali.
Questo riconoscimento deve ricevere il decreto di convalida ogni anno attraverso la necessaria documentazione che viene regolarmente inviata al Ministero, nel pieno rispetto di tutte le norme previste.
La parità è dunque garanzia per tutti gli studenti e le studentesse che il titolo di studio ottenuto al termine del triennio della scuola secondaria di primo grado e a conclusione del quadriennio liceale , a seguito dell’Esame di Stato di primo e secondo grado, ha valore legale in tutto il mondo.
Chi è Italo Calvino

(Santiago de Las Vegas de La Habana, 15 ottobre 1923 – Siena, 19 settembre 1985)
Intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, è stato uno dei narratori italiani più importanti del secondo Novecento. Ha frequentato molte delle principali tendenze letterarie a lui coeve, dal Neorealismo al Postmoderno ma restando sempre ad una certa distanza da esse e svolgendo un proprio coerente percorso di ricerca. Di qui l’impressione contraddittoria che offrono la sua opera e la sua personalità: da un lato una grande varietà di atteggiamenti che riflette il vario succedersi delle poetiche e degli indirizzi culturali nel quarantennio fra il 1945 e il 1985; dall’altro, invece, una sostanziale unità determinata da un atteggiamento ispirato a un razionalismo metodologico, dal gusto dell’ironia, dall’interesse per le scienze e per i tentativi di spiegazione del mondo, nonché, sul piano stilistico, da una scrittura sempre cristallina. I numerosi campi d’interesse toccati dal suo percorso letterario, sono meditati e raccontati attraverso capolavori quali: I nostri antenati, Marcovaldo, Le cosmicomiche, Se una notte d’inverno un viaggiatore, uniti dal filo conduttore della riflessione sulla storia e la società contemporanea.
La prima fase della sua produzione è collocabile all’interno del movimento neorealista. Calvino scrive il romanzo Il sentiero dei nidi di ragno e numerosi racconti raccolti nel volume Ultimo viene il corvo. Con queste opere Calvino mostra una lucida capacità rappresentativa della realtà che coniuga impegno politico e letteratura in modo spontaneo e leggero.
Successivamente, Calvino da sempre attirato dalla letteratura popolare, con particolare attenzione al mondo delle fiabe percorre sempre di più la strada dell’invenzione fantastica: l’impianto è ormai totalmente abbandonato al fiabesco e la narrazione procede secondo due livelli di lettura: quello di immediata funzione e quello allegorico-simbolico, in cui sono presenti numerosi spunti di riflessione (contrasto tra realtà e illusione, tra ideologia ed etica). Accanto alla produzione allegorico-simbolica, Calvino continua comunque un tipo di narrazione che descrive la realtà quotidiana. Riprende ad esaminare il ruolo dell’intellettuale nella società.
Intorno agli anni Sessanta Calvino aderisce ad un nuovo modo di fare letteratura, intesa ora come artificio e come gioco combinatorio. Per lo scrittore è necessario rendere visibile ai lettori la struttura stessa della narrazione, per accrescere il loro grado di consapevolezza.
In questa nuova fase produttiva Calvino si avvicina ad un tipo di scrittura che potrebbe essere definita combinatoria perché il meccanismo stesso che permette di scrivere assume un ruolo centrale all’interno della produzione; Calvino infatti è convinto che l’universo linguistico abbia soppiantato la realtà e concepisce il romanzo come un meccanismo che gioca artificialmente con le possibili combinazioni delle parole: anche se questo aspetto può essere considerato il più vicino alla Neoavanguardia, egli se ne distanzia per uno stile ed un linguaggio estremamente comprensibili. I fatti umani, gli eventi storici, il dibattito politico-culturale, l’esplorazione dell’inconscio: tutto viene scoperto, scrutato e riscritto attraverso il filtro sperimentale di una lingua viva, la scrittura semplice nelle sue infinite combinazioni e lo sguardo sempre curioso di un ragazzo che non rinuncia a cercare e a costruire la sua identità.
